Quante volte, al momento di apparecchiare in fretta e furia ci saremo chiesti se è più inquinante usare i piatti e i bicchieri di plastica o lavare quelli in ceramica con il detersivo…. e non sapendo dare una risposta certa abbiamo optato per la comodità dei piatti usa e getta (che, tra l’altro, ci risparmiano anche la fatica di doverli lavare….)
Purtroppo non tutti sanno che i bicchieri, i piatti e le stoviglie di plastica non sono riciclabili. Sì, non esiste una raccolta differenziata come per le bottiglie… e sui cassonetti per la raccolta differenziata della plastica è specificato che non vanno inseriti bicchieri e piatti in plastica. Certo sono comodi specialmente in certe occasioni quali feste, pic-nic o scampagnate ma…. arrecano danno all’ambiente quindi sarebbe il caso di limitarne quantomeno l’uso.
Adesso non è però più necessario rinunciare a questa piccola comodità…. basta renderla ecosostenibile.
Esistono infatti in commercio con marchio Coop piatti, bicchieri e stoviglie fatte in Amido di Mais. In gergo tecnico il nome del materiale è PLA ossia polimero di acido lattico e deriva dalla fermentazione di uno zucchero del mais e non dal petrolio: in pratica non è plastica ma ne ha tutte le caratteristiche di resistenza e duttilità, e si butta via insieme ai cibi (all’umido) perché come gli scarti del cibo è biodegradabile al cento per cento e quindi in grado di essere digerito dai batteri presenti nel suolo.
I PLA, polimeri dell’acido lattico, sono chiamati anche polilattidi. L’acido lattico si ottiene dalla fermentazione e successiva distillazione dell’amido di mais. Per arrivare all’acido polilattico si utilizzano poi un reattore, energia e temperatura. È una molecola conosciuta dagli inizi del Novecento, ampiamente utilizzata in medicina e in cosmesi. Un imballaggio in PLA può essere quindi prodotto a partire da materie prime rinnovabili (amido di mais), e venire riassorbito nell’ecosistema una volta venuta meno la sua funzione, chiudendo il cerchio. Il materiale del prodotto Coop viene dall’America e deriva da un processo di produzione a basso fabbisogno di energia fossile (circa 25% in meno rispetto alle stoviglie in polistirolo) e a minori emissioni di anidride carbonica (30% in meno, a parità di peso). Un significativo risparmio proprio nel momento in cui il protocollo di Kyoto sta diventando legge mondiale.
Il prodotto è biodegradabile in tempi relativamente rapidi: un impianto di compostaggio industriale le stoviglie monouso in PLA si dissolvono in 47 giorni con una temperatura di circa 60°. Si degrada invece in 1-3 anni, contro i 2000 di un bicchiere in polistirolo se lasciato in superficie.
I PLA hanno un altro un pregio importantissimo: il mais, infatti, al contrario del petrolio, non è a esaurimento ma si può raccogliere e riseminare continuamente.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei prodotti:
* Con il loro peso di 16 grammi i piatti in Pla risultano molto resistenti e assicurano prestazioni paragonabili a quelle dei piatti extraforti Coop. Sottoposti a processo di cristallizzazione, hanno una resistenza termica fino a 110°C. Anche le confezioni sono realizzate nello stesso materiale e quindi tutto si smaltisce con i rifiuti organici.
* I bicchieri sono trasparenti, hanno una capacità di 200 cc, ma sono utilizzabili solo per bevande fredde, in quanto resistono fino a circa 60°C.
* Della stessa linea fanno parte anche tutti i prodotti Coop col marchio europeo Ecolabel: detersivi per lavastoviglie, per lavatrice, detergenti per piatti, per pavimenti e piastrelle; e inoltre tovaglioli, asciugatutto, fazzoletti, carta igienica e carta ufficio, realizzati tutti solo con carta 100% riciclata.
Poichè i prodotti in PLA sono ormai reperibili in molti centri commerciali di tutta Italia ed hanno un prezzo ormai di poco superiore rispetto ai colleghi in plastica, sarebbe utile preferirli nei nostri acquisti favorendo così un ambiente più sano e più pulito. Sarebbe ancor più utile se ciò avvenisse in tempi brevi a cura di esercizi pubblici, scuole e comuni riducendo in modo drastico la quantità di prodotti monouso.
Inoltre l’aumento della richiesta di questi prodotti ecosostenbili innescherà il circolo virtuoso per cui troveremo sempre meno sugli scaffali i prodotti non eco-sostenibili.
Fonte: Informatore COOP
Articolo di: Daniela Rigli
Sono una assidua cliente della Coop di Acerra (NA) dove di recente è partita la raccolta differenziata. A riguardo suggerisco di pubblicizzare in modo incisivo nel suddetto centro, ovvero a livello nazionale, l’utilizzo di monouso biodegradabile in quanto, tra le disposizioni impartite alla popolazione per l’avvio della differenziata, è stato stabilito dal comune di Acerra che il monouso deve essere considerato non riciclabile (causa le problematiche dei produttori con il CONAI) quindi conferibile al termovalorizzatore e quindi con ulteriore aggravio delle emissioni nocive in atmosfera.
Saluti
Maria Grazia Viscardi