Domenica 12/06/2011, ascoltando distrattamente “Il riposo del guerriero” su Radio 24, la mia attenzione viene catturata da una citazione al “geocaching”: non so perché ma è così! L’argomento della puntata è “Un lungo viaggio insieme” ovvero i tanti modi di viaggiare; fra questi, un radioascoltatore ricorda a Stefano Gallarini il “geocaching”.
E allora, iPhone alla mano, cerco subito e visito il sito originale che ovviamente è in inglese con possibilità di scegliere altre lingue ma non l’italiano! Il sito è comunque molto intuitivo e la lingua non dovrebbe rappresentare un grosso ostacolo anche per chi non conosce l’inglese; a supporto si possono comunque consultare i siti di Geocaching Italia e Geocaching.it per avere una serie di informazioni.
Decido di provare e il lunedì mi metto subito all’opera, mi registro gratuitamente come membro base (Sakura_T), modifico il mio profilo e parto per la mia prima spedizione! Scelgo “Nonantola” vicino Modena e faccio un salto a vedere di cosa si tratta… ovviamente non vi darò le coordinate né informazioni precise sul cache ma vi spiegherò come funziona.
Un geocacher nasconde un geocache (piccolo tesoro simbolico, può trattarsi di una moneta, un fiammifero) in un luogo che reputa di particolare interesse e registra le coordinate sul sito; altri geocacher, cercando in base alla loro posizione tramite un sistema GPS (ormai supportato da navigatoti e cellulari) i geocache vicini al luogo in cui si trovano (localizzando semplicemente la propria posizione e cliccando cerca), ne vanno alla ricerca; seguono le coordinate e cercano il geocache anche in base ad ulteriori informazioni fornite come ad esempio “magnetico” se nascosto tramite una calamita; chi trova il geocache, firma il “book” (un foglietto) che trova all’interno e può decidere se prendere e/o lasciare o meno un oggetto: essendo gli oggetti di valore simbolico è sempre opportuno lasciare un segno del proprio passaggio in modo da continuare ad “alimentare” la caccia al tesoro. Io sono indecisa se lasciare sempre la stessa tipologia di oggetto (in questa mia prima esperienza ho lasciato un piccolo campanellino) o variare ogni volta…vedremo! Attenzione alle informazioni supplementari fornite, come in questo caso, “manca la matita” ovvero portatevi una penna per firmare perché il geocache è piccolo e non la contiene. Oltre ai geocache semplici con l’indicazione delle coordinate, ce ne sono di più complessi, con indovinelli o calcoli matematici per arrivare, in passaggi successivi, alle coordinate finali: questo tipo mi intriga molto e mi riprometto di provarlo al più presto.
Vi consiglio di leggere le linee guida per comprendere lo spirito di questa pratica ovvero un gioco divertente per condividere luoghi di particolare valore storico o bellezza paesaggistica che spesso sono dimenticati o sconosciuti ai più; a quelli vicini che magari vivono distrattamente la propria città senza accorgersi delle meraviglie che ci sono, a quelli lontani che visitano un determinato luogo solo nelle caratteristiche più note perdendosi magari luoghi meno famosi ma altrettanto interessanti.
Come riportato nelle linee guida, la filosofia del geocaching dovrebbe seguire questa indicazione generale: “Quando vai a nascondere un geocache, pensa alla ragione per la quale vuoi portare persone in quel luogo. Se l’unica ragione è il geocache, allora trova un posto migliore.”
Come ogni “comunità”, anche Geocaching ha un proprio linguaggio fatto di acronimi, sigle e termini presi in uso da altri settori che assumono uno specifico significato; vi troverete di fronte a FTF, TFTC, Spoiler: qui il link diretto al glossario con le spiegazioni.
Il discorso sul geocaching non si esaurisce con quanto sopra che vuole essere solo la condivisione dell’esistenza di questa pratica che ormai è presente da anni ma per molti, come per me fino a qualche giorno fa, risulta ancora sconosciuta. Quindi questo articolo è il sassolino lanciato nello stagno e forse qualcuno ne sentirà il rumore e sarà felice di averlo scoperto come lo sono stata io.
Buon divertimento!
Articolo di Sakura Tear.
Vi auguro buon natale e buone feste, carino questo blog.