Spending review. Tale termine, di derivazione inglese, sembra ormai definitivamente entrato a far parte del lessico e vocabolario quotidiano, costantemente utilizzato anche da mezzi di stampa e televisione.
Si tratta di un’espressione utilizzata prevalentemente nel mondo politico, per indicare un processo diretto a migliorare efficienza ed efficacia della spesa pubblica attraverso una valutazione dei costi e delle spese della pubblica amministrazione e degli enti territoriali.
In sintesi, uno strumento per vedere se ci sono degli sprechi, inefficienze, costi inutili e spese eccessive da parte di strutture organizzative (quali ministeri, istruzione, sanità pubblica) riconducibili allo Stato.
L’obiettivo? Semplice, ma mai banale: il risparmio.
Permettere, cioè, allo Stato di razionalizzare le proprie spese, dirigerle alla efficienza e ottenere quindi un importante risparmio evitando gli sprechi.
Non è del resto una parola nuova, questa del risparmio, specialmente di questi tempi.
A fronte infatti di uno Stato indebitato, e che tenta dunque di risparmiare attraverso la spending review, la situazione economica dei suoi cittadini non può purtroppo dirsi migliore, anzi.
Sono soprattutto le famiglie italiane a sentire la crisi e a sentire sempre di più la fatica per arrivare a fine mese. Dinanzi a tali difficoltà, il mezzo per andare avanti è quasi sempre lo stesso: tentare di risparmiare, qua e là, ovunque si possa.
Se poi il risparmio, che ritorna sempre, riesce ad abbinarsi alla qualità, allora sì che è un vero affare.
Purtroppo non sempre è facile trovare un simile abbinamento, risparmio-qualità, eppure talvolta è possibile.
L’esempio più classico è il LED: una soluzione tanto innovativa quanto efficiente, tale da rivoluzionare il settore della illuminazione moderna e soppiantare oramai definitivamente le vecchie lampadine ad incandescenza o fluorescenza.
Negli ultimi anni, infatti, lo sviluppo delle lampadine a LED è stato notevole, facendo registrare dei numeri importanti in termini di vendita.
Ciò risulta dovuto, da un lato, dalla capacità di tali lampadine di raggiungere subito il 100% di efficienza luminosa e, dall’altro, della forte promozione che esse hanno avuto.
La stessa Commissione Europea, infatti, in più di una direttiva, ne raccomanda l’uso e diversi siti forniscono ormai informazioni e consigli utili in materia: tra i più esperti, solo per citarne uno, Casa delle Lampadine dedica intere pagine del proprio sito esclusivamente al LED.
Del resto, le potenzialità del LED non sono una novità assoluta: il primo LED infatti fu sviluppato nel 1962 ed i primi risultati ottenuti incoraggiarono una sperimentazione che vanta ormai decenni di durata.
Fino ad arrivare ad oggi, quando utilizzare il LED garantisce di risparmiare fino al 90% in termini di consumi energetici.
E non solo: il risparmio, infatti, si abbina alla qualità, rappresentata dal basso impatto ambientale e dalle ridotte emissioni di CO2 che le lampadine a LED assicurano, oltre alla maggiore durata delle loro prestazioni.
E’ stato infatti calcolato che le lampadine a LED hanno una durata di circa 20.000/25.000 ore, a fronte di circa 1.000 delle vecchie lampadine ad incandescenza.
Risparmio, dunque, e qualità insieme. Talvolta per fortuna è possibile: il LED ne è un esempio.