“Maradona è meglio e’ Pelè” recitava un vecchio coro da stadio degli anni ’80, che diventò anche una canzone di successo, ascoltata in radio e in TV.
Ma davvero Diego è più forte del funambolico brasiliano, stella del calcio in bianco e nero, che con i suoi numeri riuscì a portare a casa 3 mondiali con la nazionale verde-oro? Un dilemma che forse rimarrà senza risposta.
Ma quello che è sotto gli occhi di tutti è che Diego Armando Maradona è stato forse il più grande calciatore ad aver mai giocato in Italia, che con la sua classe cristallina portò una squadra di medio livello come il Napoli a vincere due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa UEFA e una Supercoppa Italiana, in quello che era il campionato più bello del mondo.
In questo post vogliamo parlarvi di Diego, illustrandovi i principali traguardi raggiunti in carriera, nelle squadre di club e con la nazionale argentina, con la quale vinse un Mondiale nel 1986.
Maradona: gli inizi e l’approdo al Barcellona
Diego Armando Maradona nasce a Lanus, piccola città vicino Buenos Aires, il 30 ottobre del 1960 da una famiglia poverissima. Inizia sin da piccolo a giocare a calcio nella periferia della sua città, divenendo subito un idolo. Qualcosa di geniale e incredibile ha nei piedi. Sin da piccolo è un predestinato, tanto che in un’intervista da bambino rivela:
“Il mio primo sogno è giocare in un mondiale. Il secondo è vincerlo”.
Comincia a giocare nell’Argentinos Juniors, che dopo poco decide di cederlo al Boca Juniors, una delle migliori squadre argentine, dove Diego letteralmente fa sfracelli, tanto da richiamare dopo solo un anno di permanenza l’attenzione del Barcellona, che lo preleva facendolo debuttare nella Liga spagnola.
Sono due anni difficili per Diego, che complice un grave infortunio, rimediato contro l’Athletic Bilbao, non riesce ad incidere come si sarebbe aspettato il pubblico blaugrana, che non nutre in Diego una grande stima.
L’approdo a Napoli e i successi in maglia azzurra
Ed è così che nel 1984, dopo un lungo tira e molla, Diego è ceduto al Napoli di Corrado Ferlaino, che lo preleva per una cifra vicina ai 15 miliardi di vecchie lire, tantissimo per l’epoca. E’ il colpo dell’anno per tutta la serie A italiana, che in quegli anni è il campionato più bello del mondo, potendo contare su calciatori del calibro di Maradona, Platini, Zico, Rummenigge, i gemelli del gol Mancini e Vialli, e tanti altri ancora. Una serie A spaziale!
Diego Maradona non ci mette molto ad avere dimestichezza con il nostro campionato, tanto da essere uno dei migliori per rendimento, anche se il Napoli non lotta per lo scudetto. Scudetto che però arriva due anni dopo, stagione 1986-87, quando dopo un 1-1 casalingo contro la Fiorentina, il Napoli si laurea per il prima volta nella sua lunga storia, campione d’Italia.
Con il Napoli rimane per circa 7 anni, consentendo agli azzurri di vincere un altro scudetto nel 1990 contro il leggendario Milan di Sacchi, una Coppa UEFA, unico trofeo europeo della società, battendo lo Stoccarda nella doppia finale 2-1 e 3-3, vincendo la terza Coppa Italia nel 1987 (riuscendo peraltro a vincere tutte le gare della competizione, unica squadra ad essere riuscita nell’impresa fino a quel momento), e una Supercoppa Italiana battendo 5-1 la Juventus, che in quegli anni nulla può contro Maradona e compagni, spesso vincitori nelle gare contro la Vecchia Signora.
Lascia la serie A nel 1991 dopo un controllo anti-doping, che ne rivela l’assunzione di droga. Continua dopo la squalifica a giocare con intermittenza tra Spagna e Argentina, ma non sarà mai più quello di prima.
Maradona con la nazionale argentina
Con la nazionale argentina Maradona partecipa a 4 mondiali: Spagna ’82, Messico ’86, Italia ’90 e USA ’94.
Il vero capolavoro di Diego è in Messico, dove riesce quasi da solo a vincere il mondiale messicano con gare incredibili, come quella passata alla storia per due gol all’Inghilterra: uno con la mano (definita “La mano di Dio“) e l’altro, un vero e proprio gioiello, il gol più bello di tutti i tempi della storia del calcio: Diego parte dalla sua metà campo, seminando gli avversari come birilli, arriva davanti al portiere, che viene saltato implacabilmente, depositando infine il pallone in rete.
Il gol più bello di tutti i tempi è di Maradona, che battendo la Germania Ovest per 3-2 si laurea, allo Stadio Azteca, campione del mondo!
Ad Italia ’90 l’Argentina quasi bissa il successo di quattro anni prima (eliminando anche l’Italia ai rigori a Napoli in un’altra gara storica, per le polemiche su quale squadra i napoletani dovessero tifare), ma perde la finale con la Germania per un rigore inesistente di Brehme.
Inno argentino fischiato e parolacce di Diego al pubblico italiano a parte, la storia di Diego sarà ricordata come leggenda per gli amanti del calcio e per i romantici, che ancora oggi si appassionano allo sport più bello del mondo.