Un enfant prodige. Non esiste definizione più azzeccata per Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Nella sua biografia sono tanti i successi che ha raggiunto, fino a essere uno degli uomini più potenti al mondo, pur non essendo un politico.
Gli inizi
Nato nel 1984 nello Stato di New York, Mark Elliot Zuckerberg fin dalle scuole media ha smanettato con il computer, tanto che suo padre gli ha insegnato il linguaggio di programmazione dell’epoca, BASIC.
Appassionato di letteratura greca, sono gli anni universitari che lo consacrano al successo. Grazie anche a un’idea che oggi può sembrare banale ma ai tempi, evidentemente, non lo era affatto.
Le creazioni di Zuckerberg
La sua prima vera ‘creazione’ è stata CourseMatch, una piattaforma per scegliere dei corsi in base anche alle scelte di altri studenti e, all’occorrenza, programmare anche dei gruppi di studio. L’evoluzione di CourseMatch è stata Facemash. Già qui, possiamo vedere una piccola anteprima di ciò che sarà.
Facemash permetteva di scegliere, tra le varie foto caricate, gli studenti più belli. Risultato? Dopo pochi giorni è stato chiuso perché i server erano sovraccarichi e alcuni si sono lamentati dell’utilizzo di immagini senza permesso.
Nel 2004, però, esce l’invenzione del decennio: ‘The Facebook‘ (sì, all’epoca bisogna mettere il ‘the’). Lo scopo? Poter rintracciare gli altri studenti che frequentavano la stessa università. All’inizio, a dire il vero, non furono tantissime le Facoltà ma, nel giro di pochissimo tempo, ebbe un successo clamoroso.
Un successo che ha portato Facebook a ‘uscire’ dal giro universitario e, anzi, di avere ben 500 milioni di utenti nel 2010. Nello stesso anno, Vanity Fair (versione inglese) incorona Mark Zuckerberg al primo posto nella classifica delle “100 persone più influenti dell’Era dell’Informazione“.
Parlare di Zuckerberg senza parlare di Facebook è come parlare della Chiesa Cattolica senza trattare i vari Papi ma proviamo a concentrarsi sulla biografia piuttosto che sul social network più famoso al mondo.
L’ascesa di Zuckerberg continua tanto che nel 2014 acquista WhatsApp per ben 19 miliardi di dollari. Il fondatore di Facebook o sia ama o si odia. Infatti, nel corso della sua vita ha donato milioni di euro per la ricerca e si è impegnato a trasferire il 99% delle azioni di Facebook, durante tutta la sua vita, a una società benefica. Quando ci fu il terremoto nell’Italia Centrale del 2016, donò 500mila euro da spendere in sponsorizzate alla Croce Rossa Italiana.
Le accuse a Zuckerberg
Non mancano, però, le polemiche. Infatti, Zuckerberg è stato accusato di evasione fiscale poiché, a fronte di miliardi di euro guadagnati, ha preferito rivolgersi alla tassazione irlandese, molto più clemente con i colossi del web.
Senza contare che nel 2018 è stato ascoltato in audizione davanti alla Commissione per l’energia e il commercio del Senato degli Stati Uniti, per lo scandalo legato a Cambridge Analytica, che avrebbe alterato l’esito della campagna elettorale americana del 2016 grazie a una commercializzazione spietata dei dati degli utenti. Alla fine, essendo anche un esperto di comunicazione, doveva fare una brutta figura sulla carta ma, in realtà, secondo diversi esperti, è stato lui a mettere in difficoltà il Senato Americano.
Infatti, nel corso degli anni non sono mancate le polemiche legate all’uso della privacy abbastanza libero da parte di Facebook, complice anche il fatto che, praticamente, è possibile targettizzare il pubblico in diversi aspetti.
Zuckerberg, inoltre, come se non bastasse, nel 2012 ha acquistato anche Instagram alla ‘modica’ cifra di un miliardo di dollari. Facendolo diventare, oggi, il social più influente del mondo.
Mark, però, non ha nessuna intenzione di fermarsi e, anzi, vuole spingere l’asticella sempre più in là. Sempre più in alto? Dove? Sarà il tempo a dirlo. Non mancheranno le sorprese.